Questo lavoro è nato per i rifugiati, per le loro storie, per i loro diritti. E’ dedicato a tutte le persone che escono dal proprio paese natale e che devono ricostruirsi una vita altrove.
Sono arrivata a Berlino a fine 2013. In quel periodo il problema dei rifugiati, dei loro diritti e documenti era visibile e sentito in città poiché i rifugiati avevano eretto una tendopoli in Oranienplatz, una piazza centralissima di Kreuzberg.
Quando fui invitata a presentare una mia performance al Kreuzberg Pavillon di Berlino mi resi conto che non mi interessava presentare un mio lavoro, né parlare di me, ma volevo dare voce e spazio a queste persone e a questo problema, anche perché i media, almeno in Italia, distorcevano le informazioni, o non le davano, per cui ciò che noi cittadini sapevamo dalla stampa era davvero poco, e molto parziale.
Così decisi, d’accordo con i galleristi, di invitare i rifugiati in galleria e in questo modo simbolicamente accoglierli. Inoltre mi interessava stabilire, con questo gesto, che la vita e i problemi delle persone sono più importanti dell’arte.
Per realizzare questo obiettivo, apparentemente facile, ho dovuto lavorare sodo nel contattare i rifugiati, ascoltare le loro storie, intessere relazioni e infine invitarli a venire in galleria. All’inizio non è stato facile ricevere fiducia, poi il canale si è aperto, e sono nate delle importanti esperienze umane.
Questo video è centrato su tutto ciò.
Alcune informazioni pratiche sul tema dei rifugiati:
Rifugiato : è una persona che, secondo lʼarticolo 1 della Convenzione di Ginevra del 1951 “nel giustificato timore dʼessere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato".
Secondo le stime dell’UNHCR i rifugiati nel mondo sono circa 11.7 milioni.
L’intera Europa accoglie circa 1 milione 700 mila rifugiati, un numero simile a quello presente nel solo Pakistan. La maggior parte di loro si colloca in Germania, con una presenza di 589.737, mentre 149.799 sono in Gran Bretagna e 64.779 in Italia.
Richiedente asilo : Un richiedente asilo è colui che è fuori dal proprio Paese e presenta, in un altro Stato, domanda per ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, o altre forme di protezione internazionale.
Convenzione di Dublino : LʼUnione Europea, per evitare le richieste di asilo multiple, inoltrate cioè a più Stati, per velocizzare le procedure e per limitare il numero di richiedenti asilo mandati da uno Stato allʼaltro, decide di uniformare il più possibile le procedure e le norme che riguardano questa materia e, a partire dalla Convenzione di Dublino entrata in vigore nel settembre del 1997, prevede che sia competente al riconoscimento o meno dello status di rifugiato “lo Stato nel cui territorio il richiedente asilo è entrato irregolarmente provenendo da uno Stato non membro dellʼUnione Europea”.
Eʼ evidente che lʼItalia, per le sue caratteristiche geografiche, sia il paese d’Europa dove arriva la maggior parte dei rifugiati i quali, pertanto, ottengono dei documenti validi solo in Italia. Ciò causa due effetti paradossali: che l’Italia dovrebbe gestire da sola tutto il grande flusso di arrivo dei rifugiati, e che queste persone, recandosi in altri paesi d’Europa per trovare lavoro, proprio in quei paesi non hanno nè documenti nè possibilità pertanto di lavorare.
Tra le molte proteste per l’acquisizione dei diritti, in Germania la più visibile fu nel 2012, quando con gli slogan "We are here" e "Kein mensch ist illegal" (Nessuno è illegale), più di 200 rifugiati da differenti parti del mondo, allestirono una tendopoli di protesta in Oranienplatz, una piazza del centrale quartiere Kreuzberg di Berlino, supportati anche dalla solidarietà di molti cittadini e di alcuni politici.
“The camp housed around 100 people from the end of September 2012 until April 2014, when it was cleared. From the dozens of tents that once covered the southern side of the square, only one – an information tent – was allowed to remain, and that was burnt down a few weeks ago. The refugees based there demanded the right to work, the abolition of Residenzpflicht and assurances that they will not be deported. In short, they campaigned for an existence free of constant uncertainty and the right to be allowed to settle in Germany. The camp came about as a direct result of the suicide of an Iranian refugee in a refugee shelter in Würzburg in March 2012. (Nina Rossmann)
AGGIORNAMENTO IMPORTANTE:
Dal 25 agosto 2015 la Germania ha deciso di non seguire più la convenzione di Dublino per i rifugiati provenienti dalla Siria, e di accoglierli, indipendentemente dal luogo dove hanno toccato il suolo in Europa. Un bel passo avanti!