La relazione si sofferma sul rapporto tra modernità e violenza politica. In particolare, viene messo in evidenza il ruolo ricoperto dai vari processi che sono stati considerati direttamente legati all’esercizio della violenza bellica nel corso del '900:
l’avvento della società di massa e la crescita dell’anomia sociale;
l’estendersi della logica della razionalizzazione amministrativa e burocratica;
la secolarizzazione, intesa come progressiva emancipazione dell’individuo dal controllo e dall’influenza di sistemi di valori a lui esterni, come la religione e la morale sociale;
la parallela ricerca di un nucleo di valori condivisi – , in primo luogo, la nazione, la razza e la classe - che siano in grado di tornare a garantire, come la religione nel passato, la coesione sociale;
il ruolo svolto dalla scienza nella progettazione e nella costruzione del futuro;
lo sviluppo tecnologico, che da una parte realizza uno straordinario sviluppo della "volontà di potenza", cioè della capacità di dominio sulle forze naturali, dall'altra fa nascere il timore di un dominio incontrollato delle forze materiali sull'essere umano;
l'incontro tra linguaggio medico-scientifico e linguaggio politico;
lo sviluppo di situazioni di forte incertezza sociale e la conseguente comparsa di processi paranoici a livello sociale come cause della sovrapposizione tra la figura del "nemico" e quella del "criminale";
animalizzazione e cosificazione del nemico.