CLAUSURA
da "La religieuse" di Denis Diderot
drammaturgia Elsa Bossi e Giulio Costa
con Elsa Bossi
regia Giulio Costa
"La religieuse" di Diderot è la storia di una giovane monaca che tenta di sciogliere i voti pronunciati non volontariamente. Dal romanzo, all’epoca percepito come una «spaventosa satira sui conventi», si evince una profonda e attuale riflessione sulla libertà. L’incompatibilità fra la Regola e l’eccezione – fra la società e l’individuo – si rende manifesta attraverso lo sguardo deformante del monologo. Protagonista è la clausura che diventa ragione della costruzione, dolorosa e lenta, di un’identità.
[…] Clausura offre preziosi spunti per meditare su un bene prezioso che nessuno può manipolare quale è la libertà […]. (Maria Valentina Di Stefano La Nuova Ferrara 6.11.2005)
Una recitazione trattenuta, misurata, limpida nei gesti, nelle espressioni, una grande cura nelle sfumature, una teatralità frenata che, proprio per questo, alla fine, trasmette dense emozioni […] Ottimo teatro. (Valeria Ottolenghi Gazzetta di Parma 9.5.2006)
[…] messa in scena asciutta, elegante e minimalista […] un lavoro di alto pregio, coraggioso ed originale nella sua poetica drammaturgica. (Vincenzo Iannuzzo La Nuova Ferrara 15.5.2006)
Il dramma si svolge in uno spazio scenico astratto claustrofobico e circolare […] Eccezionale l’interpretazione di Elsa Bossi, […] con l’alternarsi di una molteplicità di toni vocali - egregiamente gestiti e ben calibrati - trasforma il suo monologo in dialogo in un susseguirsi di colloqui con la famiglia, la madre superiora e le altre sorelle del convento. Ottima è la regia di Giulio Costa: precisa, innovativa e di spessore. (Marcella Siano teatro.org 16.3.2007)
[…] 50 minuti che scorrono rapidi e carichi d’ansiosa partecipazione, affidati a Elsa Bossi pochi gesti e sguardi smarriti […] Impallidisce così il tema più propriamente religioso per dare spazio a quello “civile”. (Giulio Baffi La Repubblica 18.3.2007)
Una scenografia essenziale e al contempo inquietante. Nove sagome ricoperte da mortuari vesti nere da monaca, che nel finale riveleranno la loro stupefacente realtà […] (Lello Bambo Napolipiù 18.3.2007)
[…] scenografia leggera, ma di forte impatto visivo […] In scena solo Elsa Bossi che ha modulato la voce in infiniti riverberi per lottare contro figure nere e violenze inaudite […] Il viaggio di liberazione di una donna ridotta a schiava del Signore si trasforma in un grido di forza emancipante, e l’afflato religioso di tutto il testo non può che trovare l’immedesimazione di tutto il pubblico, se è pronto a parteggiare, vivendo le aspirazioni di riscatto, per i deboli che vengono umiliati. (Federico Betta ilpolitico.it)